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20 Novembre 2016Da ilmattino.it
Un contratto dopo l’altro, una fiera e poi un’altra ancora. È la rivoluzione dei piccoli passi quella che la presidente della Mostra d’Oltremare, Donatella Chiodo, sta portando avanti con il consigliere delegato Giuseppe Oliviero. Intendiamoci: la strada è ancora lunga, tortuosa e piena di imprevisti, ma all’interno del polo fieristico di Fuorigrotta, che nel weekend ha ospitato l’assemblea nazionale sul Mezzogiorno chiusa dal premier Matteo Renzi, qualcosa sta finalmente cambiando.
La Mostra è il cuore pulsante di uno dei grandi progetti finanziati con i fondi europei dalla precedente amministrazione regionale e confermati dalla giunta De Luca. Ma il problema è sempre lo stesso: riuscire a spendere queste risorse e farlo in tempi ragionevoli.
«Ne siamo consapevoli e siamo impegnati senza sosta per accelerare al massimo. Il grande progetto vale complessivamente 45 milioni, con i quali possiamo mettere in campo una svolta. Non iniziamo oggi, il lavoro è già in corso. Entro fine mese, infatti, verranno aggiudicate due importanti gare: la prima, del valore di 7 milioni, per la riqualificazione della Torre delle Nazioni; la seconda, per circa 2 milioni, relativa al miglioramento degli accessi di via Terracina e viale Kennedy».
Si tratta però di avviare i lavori e completarli rispettando le scadenze. Cosa che, qui come altrove, accade raramente.
«Per gli accessi gli interventi previsti non sono particolarmente complessi. Quanto alla Torre delle Nazioni, prevediamo di completare le opere entro un anno e mezzo. A quel punto apriremo le porte alle start up e al coworking: vorremmo infatti dar vita ad una sorta di spazio delle idee».
E gli altri appalti?
«Di grande interesse è l’operazione di recupero del padiglione Libia che, in base al protocollo d’intesa che stiamo per firmare con il ministero dei Beni culturali, la Regione e il Comune, diventerà la sede del polo archivistico e museale delle imprese. Un anno fa siamo stati parte attiva nel processo per convincere l’Enel a mantenere a Napoli l’archivio storico e, in questo senso, l’idea del polo archivistico e museale è stata vincente: firmeremo a breve l’accordo. Lo stesso vorremmo fare con l’Eav e con altre imprese storiche del Paese per rendere fruibile a tutti questo patrimonio. Abbiamo inoltre in cantiere il rifacimento dell’intera rete di sottoservizi, che risale all’epoca fascista».
La Mostra è un grande contenitore solo in parte utilizzato. Come riempirlo di contenuti garantendo al tempo stesso un’offerta di qualità?
«È una sfida ardua, che ci appassiona quotidianamente. Partiamo dai teatri. Il teatro dei piccoli già funziona praticamente tutto l’anno con un’offerta vasta e interessante. Il Mediterraneo ospita oggi solo eventi e congressi ma noi puntiamo in alto: dovrà diventare un vero teatro con un cartellone ricco di spettacoli. E poi l’Arena flegrea, che d’ora in avanti sarà attiva anche d’inverno come arena indoor, ospitando spettacoli ed iniziative rivolte soprattutto ad un pubblico giovane. Lo zoo è in piena attività, mentre per l’Edenlandia siamo finalmente in dirittura d’arrivo: prima di Natale è in programma un evento con la riapertura parziale del parco giochi. Sul Palacongressi, invece, dobbiamo fare di più».
E l’hotel? E il ristorante?
«Palazzo Esedra, gestito da una società di cui la Mostra detiene il 20 per cento di quote, ha un flusso di ospiti costante. Del resto con le percentuali di occupazione che si registrano a Napoli appare quasi scontato. Il ristorante, che ha cambiato gestione da qualche settimana, sta avviando una politica di riduzione dei costi che punta a richiamare molti più clienti, specie tra le famiglie che frequentano il parco».
A proposito del parco. Riuscirete a renderlo più fruibile?
«Prima dell’estate abbiamo approvato il nuovo regolamento ampliando le fasce gratuite per bambini ed anziani e includendo anche i disabili con i loro accompagnatori. Proprio con le associazioni dei disabili è in corso un proficuo dialogo: siamo interessati a sapere di quali servizi hanno bisogno per provare a fornirli, interrompendo così un certo monopolio che esiste attualmente».
Come far fronte ai conti in rosso?
«Quando siamo arrivati, nel dicembre del 2014, la Mostra aveva un passivo di 6,7 milioni; abbiamo chiuso il bilancio del 2015 con una perdita di 2,2 milioni e ora puntiamo al pareggio. Decisivo, in questo senso, è stato l’incremento delle entrate. Abbiamo siglato accordi per ospitare nuove fiere, come ad esempio il Festival dell’Oriente, e presto accoglieremo altri congressi, soprattutto in campo medico. La Mostra sarà, com’è noto, la sede dell’Agenzia delle Universiadi, oltre che il quartier generale dell’evento nel 2019. Con questa politica abbiamo toccato quota 1,5 milioni di visitatori. E non ci fermeremo».
Lunedì 14 Novembre 2016, 16:48 – Ultimo aggiornamento: 14-11-2016 16:48