Intervista al Consigliere Delegato Giuseppe Oliviero (Fonte Il Mattino del 30 Aprile 2017). In foto, Giuseppe Oliviero e la Presidente Donatella Chiodo.

Il segno “meno” era diventato, da dieci anni, un’’amara consuetudine. Ma in queste ore la Mostra d’Oltremare si sta preparando ad approvare un bilancio che, per la prima volta dopo tanto tempo, avrà i conti in ordine. «Per la precisione chiuderemo con un attivo di circa 90mila euro» annuncia il consigliere delegato Giuseppe Oliviero, che con la presidente Donatella Chiodo guida l’’ente dal novembre del 2014.
Oliviero, come siete arrivati a questo risultato?
«Non è stato facile. Quando ci siamo insediati la Mostra aveva una perdita di 7 milioni, scesi a 2,7 milioni l’’anno scorso e totalmente azzerati oggi. Restano però i debiti pregressi, che ammontano a circa 26 milioni. Ci aspettiamo, in questo senso, uno sforzo da parte dei soci (Comune di Napoli, Città metropolitana, Regione Campania e Camera di Commercio, ndr), anche perché abbiamo dimostrato che ora esistono le condizioni per la crescita e il rilancio della Mostra».
Significa che l’’appeal dell’’ente sta aumentando?
«Sono i numeri a dirlo. Siamo passati da 25 a 32 eventi all’’anno, saliti a 34 nel 2017: uno sforzo che ci ha permesso di incrementare i ricavi del 30 per cento».
In concreto, quali interventi avete messo in campo?
«Abbiamo innanzitutto consolidato il rapporto con manifestazioni storiche come Nauticsud, Comicon, che supera le 100mila presenze, e Fiera della Casa, giunta alla 60esima edizione: per celebrare questo traguardo dal 8 al 19 giugno garantiremo l’’accesso gratuito ai visitatori e offriremo sconti particolari agli espositori. Abbiamo potenziato le attività congressuali e messo a reddito spazi in passato inutilizzati. Nell’’ambito di questa strategia abbiamo accolto realtà importanti come Ala Spa, che ha spostato il suo quartier generale all’’interno della Mostra, o come l’’Agenzia delle Universiadi, nonché valorizzato appieno l’’Arena flegrea con concerti e spettacoli. Siamo inoltre tornati a gestire le piscine, prima affidate ad Acquachiara, abbiamo creato le condizioni perché lo zoo riprendesse a pieno ritmo e raggiunto un accordo con Edenlandia, che dovrebbe riaprire i battenti a settembre. È già una realtà, infine, il polo archivistico delle imprese, che ha raccolto l’adesione dell’Enel».
Sul grande progetto, invece, non mancano i ritardi.
«Si tratta di un’’operazione imponente, che prevede un investimento di 50 milioni e procedure complesse. Basti pensare che i lavori interesseranno la Torre delle Nazioni, i padiglioni Libia, Albania e Rodi, la chiesa di Santa Francesca Cabrini e gli accessi esterni. Per quanto riguarda la Torre e gli accessi siamo in fase avanzata: abbiamo già bandito le gare e aspettiamo l’esito del ricorso al Tar per procedere alla firma dei contratti. Entro l’’estate contiamo di poter avviare anche le altre gare. La deadline per il completamento delle opere è fissata per il 2020».
E il ristorante? E l’’albergo?
«Il ristorante è pienamente operativo. L’’albergo è stato affidato ad una società esterna, che paga alla Mostra un canone annuo. Immaginavamo che la struttura potesse sfruttare soprattutto il turismo congressuale e invece stanno arrivando prenotazioni anche di famiglie e gruppi di visitatori. Del resto Fuorigrotta ha, dal punto di vista logistico, una posizione strategica».
È di qualche settimana fa la polemica con Salvini, a cui la Mostra ha prima concesso e poi revocato la sala, anche se alla fine il comizio del leader della Lega si è tenuto comunque nei vostri padiglioni per ordine della Prefettura. Ci sono stati strascichi giudiziari?
«No, nessuna novità. La Lega aveva comunque già pagato il fitto della sala».
Lei e la presidente Chiodo siete in scadenza di mandato. Avete avuto contatti con de Magistris?
«Ritengo ci siano le condizioni per continuare il lavoro con la stessa passione che ci ha animato in questi anni. Ma, naturalmente, la decisione spetterà al sindaco e all’’amministrazione comunale».

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